(da Bencivenni 2003, con modifiche)
Lettera di Thraseas
[Thra]seas alla città e ai magistrati di Arsinoe, salute. Abbiamo ricevuto la vostra lettera e abbiamo ascoltato gli ambasciatori Andromenes e Philotheos sui problemi riguardanti il territorio.
Poiché gli abitanti di Nagido, dopo aver accondisceso alle nostre richieste, hanno delimitato i confini così che, venuto meno ogni contrasto, (la terra) sia vostra, farete bene a lavorarla e a seminarla nella sua interezza, affinché viviate in prosperità e paghiate al re rendite maggiori di quanto avveniva all'inizio.
E infatti noi ci prendiamo a cuore la vostra situazione e vogliamo rendere la città degna del suo nome, contribuendo a realizzare tutto ciò che è utile e vantaggioso in ambito sia pubblico sia privato, per ciascuno dei cittadini.
Perciò farete bene a condurre convenientemente i vostri affari pubblici e a compiere i sacrifici previsti per il re e per la regina nei tempi opportuni. Vi abbiamo allegato anche una copia del decreto riguardante queste faccende, mandataci dagli abitanti di Nagido, di modo che possiate dare osservanza a quanto scritto;
del resto abbiamo discusso dettagliatamente con gli ambasciatori Andomenes e Philotheos, dando loro indicazioni di riferire a voi. State bene.
Decreto di Nagido
Leosthenes presiedeva, proposta dei prostatai. Poiché Aetos figlio di Apollonios, cittadino di Aspendos e nostro concittadino, in qualità di stratego in Cilicia, fondò, occupato un luogo strategico, la città di Arsinoe dal nome della madre del re, [e insediò] degli abitanti in quel luogo e distribuì il territorio che era nostro, dopo averne cacciato i barbari che l'avevano invaso;
e poiché ora suo figlio Thraseas, inviato dal re come stratego della Cilicia, si adopera per accrescere la fama della città e ci ha chiesto di concedere la terra pubblica a coloro che vi sono insediati, affinché essi e i loro discendenti la possiedano per sempre;
e desidera inoltre che vi siano istituite le magistrature e stabilite leggi proprie, e che il territorio sia registrato per loro su [stele];
è stato decretato dal consiglio e dal popolo: che la terra pubblica (in questione) sia data a lui e a coloro che vi si sono insediati e, se [mai] Thraseas vi trasferisse degli altri, (anche a costoro); che Thraseas sia elogiato, e che essi siano coloni di [Nagido]; rendano gli onori al re, ad Arsinoe e a Berenice, e inviino un ambasciatore sacro a loro spese.
Condurranno inoltre i loro affari pubblici e utilizzeranno le leggi che essi stessi abbiano stabilito, e saranno isopolitai degli abitanti di Nagido; abbiano il diritto di partecipare, quando siano presenti, ai riti sacri; e siano iscritti, ciascuno, in una tribù estratta a sorte, pagando il dovuto;
che costoro siano invitati quando la (nostra) città compie sacrifici alla Concordia, e che forniscano la somma dovuta; allo stesso modo, quando gli abitanti di Arsinoe sacrificano ai Theoi Adelphoi, gli abitanti di Nagido siano presenti e apportino la stessa somma.
Non sia più lecito agli abitanti di Nagido, con nessun pretesto, avanzare diritti sul territorio che è stato loro concesso in base al presente decreto; e qualora un magistrato presenti un tale progetto di decreto, o qualora un oratore lo esponga, il magistrato pagherà diecimila dracme, [che saranno sacre] ad Arsinoe e inderogabili, e l’oratore mille dracme; che la sua proposta non sia valida.
Riguardo ai reati privati che potrebbero coinvolgere ciascuno, qualora [un abitante di Arsinoe] a Nagido danneggi qualcuno o sia danneggiato, venga perseguito od [ottenga] giustizia in base alle leggi di Nagido;
qualora invece un abitante di Nagido ad Arsinoe danneggi [qualcuno] o sia danneggiato, venga perseguito od ottenga giustizia in base alle [leggi] di Arsinoe;
abbiano a disposizione per tutti i reati una scadenza legale di un anno [dall’]epoca in cui è avvenuto il reato: se qualcuno, [trascorso] il periodo, muoverà un’accusa pubblica o privata, che [questa azione legale] sia priva di validità.
Che il presente decreto sia iscritto su due stele di pietra e che [una] sia consacrata nel santuario di Afrodite, l’altra, [ad Arsinoe], nel recinto sacro di Arsinoe; che la somma necessaria per la stele di Nagido [sia messa a disposizione] dal tesoriere di [Nagido], [per quella di Arsinoe], dal tesoriere di Arsinoe.